New York, New York, Base dei Vendicatori
Si fa chiamare Mister Hyde e non è un nome
scelto a caso. Anni fa il Dottor Calvin Zabo, un brillante biochimico, giunse
alla conclusione che era possibile replicare il siero descritto nel celebre
romanzo di Robert Louis Stevenson “Lo strano caso del Dottor Jekill e Mister
Hyde”, capace di separare nell’uomo il bene dal male. Zabo lavorò molto tempo,
forse anni, ma alla fine riuscì a produrre un preparato chimico di cui fu la
prima ed unica cavia. Funzionò. Il comune ed un po’ miope studioso Calvin Zabo
si trasformò in un essere alto, vagamente scimmiesco nell’aspetto, dotato di
una forza sovrumana e del tutto privo di moralità. Diversamente da Henry
Jekill, Zabo non era esattamente una brava persona ed il suo alter ego Hyde si
rivelò totalmente disponibile a compiere atti di pura e gratuità crudeltà che
Zabo avrebbe esitato a fare. Per esempio: tormentare un maggiordomo inglese non
più tanto giovane ed in buona salute e, per giunta, legato.
-Come va, Jarvis? Ti trovo bene, tutto
sommato. A vederti non sembri portare i segni del nostro ultimo incontro.[1]
L’assicurazione medica di Stark deve essere tosta. Cammini bene adesso? E qual
è l’occhio danneggiato? Il sinistro od il destro? Confesso che non lo ricordo.
Magari stavolta potrei divertirmi a cavarteli entrambi, che ne dici?
Edwin Jarvis serra le labbra e cerca di non
mutare espressione. Non vuol dare a Hyde la soddisfazione di mostrare paura.
Sente su di se lo sguardo malevolo dell’altro, ma non distoglie lo sguardo.
-Non vuoi parlare eh?- insiste Hyde –Vediamo
se urlerai, allora, dopo che ti avrò strappato un braccio.
Prima che Hyde possa agire, però, ecco che
sente la voce di Melter che esclama:
-Ehi, ma chi è quello?
Mentre atterra di fronte al palazzo dei Vendicatori,
War Machine è perfettamente consapevole di essere già stato individuato, ma
d’altra parte, una buona fetta del suo piano azzardato si basa proprio su
quello. Deve solo augurarsi che la sua cattiva fama sia arrivata alle orecchie
di Zemo.
Con voce stentorea, sia pure alterata
elettronicamente chiede:
<<Mi chiamo War Machine e richiedo di entrare. Voglio unirmi a
voi>>
Se si potesse vedere il suo volto sotto la
maschera color porpora, Zemo rivelerebbe un’espressione perplessa. Ha sentito
parlare di War Machine e sa dei suoi raid contro varie installazioni
industriali e dei suoi scontri con Iron Man, come pure di certi suoi interventi
in alcuni paesi del Terzo Mondo. A quanto pare, è un mercenario disponibile a
vendere i suoi servigi al miglior offerente e ricercato dalla giustizia,
eppure…
Forse Zemo avrebbe pochi dubbi se sapesse
che all’interno della sofisticatissima armatura progettata da Tony Stark c’è
Jim Rhodes, braccio destro di Tony, che ha ripreso l’armatura a Parnell Jacobs,
l’uomo che ha, in effetti, compiuto molti degli atti per cui War Machine è
ufficialmente ricercato,[2]
non esiterebbe un istante ad ordinare che sia immediatamente abbattuto. Ma non
lo sa ed il piccolo dubbio che lo rode è quanto basta a farlo decidere di
abbassare per qualche secondo la bolla protettiva che circonda il Palazzo dei
Vendicatori.
-Entra.- gli ordina perentoriamente.
War Machine fa due passi avanti e subito
sente la bolla chiudersi alle sue spalle. Ormai non c’è modo di tornare
indietro: la sola opzione è reggere il gioco fino in fondo. Entra nel salone
devastato e vi trova Zemo ed un manipolo di altri supercriminali. Lungo le
pareti della stanza i Vendicatori catturati sono imprigionati da manette di
suono solido ed altri dispositivi impossibili da spezzare. Molti di loro sono
ormai svegli ed osservano l’arrivo del nuovo arrivato.
Nel frattempo Zemo sta parlando con un uomo
che sembra Kraven il Cacciatore, a parte i capelli e la barba un po’ più lunghi
ed un’età visibilmente più giovane.
-Questo è il compenso pattuito.- sta dicendo
Zemo –Sei sicuro di non volerti unire a noi?
Kraven sorride:
-Questi giochetti non fanno per me,
esattamente come non andavano bene per mio padre.- replica –Ti ho portato la
preda richiesta. Il resto non mi riguarda.
Mentre il figlio dell’originale Cacciatore
se ne va, War Machine dà un’occhiata alla preda: il Dottor Bruce Banner, ovvero
l’Incredibile Hulk. Zemo ama giocare col fuoco, a quanto pare. Nel caso di Hulk
sarebbe più appropriato dire: giocare con gli ordigni nucleari.
-Ti ho fatto entrare qui.- gli si rivolge,
bruscamente Zemo –Ora dimmi perché dovrei crederti? All’inizio della sua
carriera War machine è stato un supereroe, un Vendicatore perfino. Dimmi:
perché non dovrei neutralizzarti e metterti con gli altri?
<<Primo perché non è affatto detto che ci riusciresti. Secondo:
io non sono quel War Machine. Mi sono impadronito della sua armatura ed ora la
uso per i miei scopi. Se ho capito bene, tu paghi molto bene i tuoi Signori del
Male e la cosa m’interessa. I buoni ingaggi sono rari di questi tempi anche per
uno coi miei talenti.>>
-Mmm… e che fine ha fatto l’altro War
Machine? Non credo che ti abbia ceduto l’armatura volontariamente, giusto?
Sotto l’elmetto Rhodey trae un lungo respiro
e cerca di ignorare il sudore che gli cola dalla fronte, mentre replica:
<<Diciamo che non si rifarà vivo a cercare la sua
armatura.>>
-Questo non la racconta giusta, Barone.-
interviene Klaw, il Signore del Suono –Io non mi fiderei di lui.
-Silenzio!- ordina Zemo –Allora, War
Machine, capirai che non posso accoglierti tra i miei Signori del Male solo
sulla fiducia. Dovrai superare un test.
<<Che tipo di test?>>
Zemo indica Jarvis.
-Uccidi il maggiordomo!
<<Cosa?>>
Rhodey è scosso. Non che non si
aspettasse qualcosa di simile, ma come trarsi dagli impicci adesso? <<Ma è solo un civile, non…>>
-Non discutere mai un mio ordine.- ribatte
seccamente Zemo –Eseguilo e basta!
War Machine solleva la mano destra e punta
il palmo verso Jarvis. Gli sguardi dei due si incontrano e Rhodey sente su di
se anche gli sguardi degli altri Vendicatori. Deve decidere adesso.
-Un momento.- interviene a sorpresa Mister
Hyde –Con Jarvis volevo divertirmici io, fagli ammazzare qualcun altro.
-Giusto.- aggiunge Capitan America –Perché
non gli fai uccidere me?
-Oppure me?- interviene U.S.Agent –O forse
voi nazisti vi divertite solo a veder uccidere i deboli e gli indifesi?
Zemo, almeno per il momento, non riesce a
replicare e War Machine ringrazia mentalmente per il tempo che ha guadagnato,
ma sa che la tregua non durerà Per ora può solo sperare in qualche miracolo… e
da qualche parte qualcuno si sta attrezzando per fornirglielo.
#76
RITI DI RICONQUISTA
di Carlo Monni e Fabio
Furlanetto
I quattro uomini e le due donne in costume
si muovono nel buio quasi assoluto. Per almeno tre di loro la cosa non è certo
un problema: Devil è cieco (anche se solo tre degli altri presenti lo sanno e
tacciono al riguardo), la Pantera Nera possiede i sensi affinati del grande
felino suo omonimo e l’Uomo Ragno ha uno speciale senso di ragno che gli
permette di evitare i pericoli… ed ha anche un ragno segnale che proietta un
fascio di luce proprio davanti a lui.
-Beh, lo ammetto…- sta dicendo
l’Arrampicamuri -… forse è un vantaggio illecito, ma dopotutto qui siamo ancora
abbastanza al sicuro da poter illuminare il cammino senza troppi problemi.
Giusto, Madame Presidentessa?
Natasha Romanoff, la Vedova Nera, a cui è
rivolta la domanda, si limita a rispondere:
-Sarebbe stato meglio se avessimo delle
lenti agli infrarossi, ma non ho pensato a portarle.
-Ah, scommetto che ne hai una vera
collezione a casa tua.- ribatte l’Uomo Ragno.
La Vedova si limita ad un’alzata di spalle.
Improvvisamente Devil si arresta. Non può
dirlo a nessuno, ma i suoi sensi hanno percepito qualcosa… qualcosa che non gli
piace.
-Che c’è Matt?- gli sussurra T’Challa.
-Non saprei… è come un… un rumore di fondo e
se mi sposto anche solo di un passo cessa.
-Beh… qui non ci sono pericoli… non
immediati almeno.- interviene l’Uomo Ragno –Ma il mio senso di ragno mi da
strane sensazioni: è come se non ci fosse un pericolo, ma potesse esserci. Non
so spiegarmi meglio.
-Non vorrei dirlo…- interviene Songbird -…
ma i vostri discorsi mi inquietano non poco. Forse è perché qui sono solo una
novellina. Ma che pericoli possono esserci qui nelle fogne?
-Beh non saprei.- commenta l’Uomo Ragno -Di
solito le mie visite nelle fogne di New York finiscono quasi sempre con una
lucertola umanoide che tenta di uccidermi oppure con un ratto umanoide che
tenta di uccidermi. Una cosa un po’ monotona, lo ammetto. Scommetto che anche i
nostri altri amici non hanno avuto esperienze migliori.
-In effetti… no.- commenta Devil.
Parlando il gruppetto è giunto presso delle
specie di rovine da cui spuntano i resti di alcuni macchinari.
-E questo cos’è?- chiede Songbird.
-Un po’ di tempo fa…- interviene la Vedova
Nera -… un gruppo di Vendicatori affrontò da queste parti un gigantesco robot
il cui compito era distruggere i superumani che riteneva nemici dell’America.
Alla fine fu distrutto.[3]
-E questo dovrebbe rincuorarmi?- commenta
Peter Parker –Se avessi un decino per ogni volta che ho incontrato un
avversario creduto morto od un robot creduto distrutto, a quest’ora farei il
bagno nelle monetine come Zio Paperone.
In quel momento, ecco arrivare Quicksilver,
che aveva lasciato il gruppo per fare una veloce esplorazione… meno di 30
secondi fa.
-Se avete finito di sproloquiare, vi avviso
che siamo arrivati proprio sotto il palazzo. Non c’è nessuno e l’apertura per
accedere alle cantine è intatta. Pare proprio che la barriera di Zemo non si
estenda fino al sottosuolo. Avevamo ragione
-Era ora.- sospira Songbird.- Qualcosa
doveva Andare finalmente per il verso giusto.
-Qualcuno deve andare in avanscoperta per
assicurarsi che non ci siano guardie oltre la porta segreta.- interviene
Pantera Nera -Non è ancora detto che Zemo non l’abbia scoperta. I miei sensi
potenziati mi rendono un candidato perfetto per questo compito.
-Vengo con te.- dice Devil con un tono
quieto, ma che chiaramente non ammette repliche.
-E naturalmente vengo anch’io.- aggiunge
l’Uomo Ragno –Non sia mai che tu e Cornetto vi prendiate tutto il divertimento
da soli.
-Allora seguitemi.
-Uhm... capisco che Pantera Nera si porti
dietro l’Uomo Ragno, ma perché anche Devil? Dopotutto è solo un atleta in
costume.- borbotta Quicksilver.
-Fidati, Pietro.- replica Natasha –Devil è
un uomo dalle molte risorse.
-Beh, per essere sopravvissuto per anni in
questo lavoro deve avere del talento, non lo dubito, è solo che… sono
preoccupato. Anche con l’elemento sorpresa saremo sempre in sei contro più di
40. La mia supervelocità mi dà di certo un vantaggio, ma quasi tutti voi non
avete grandi superpoteri.
-È questo che ti preoccupa? Hai paura che
non riusciremo a vincere?- chiede Songbird.
-Ragazza… per tua norma e regola, quando i
Vendicatori eravamo solo io, mia sorella Wanda, Occhio di Falco e Capitan
America abbiamo affrontato l’esercito di Kang ed abbiamo vinto.[4]
Possiamo farcela contro i Signori del Male, ma non sarà una passeggiata.
“Non avrei mai pensato di vedere Pietro nei
panni del saggio”, pensa la Vedova Nera “Il tempo cambia un po’ tutti… ed io ne
so qualcosa".
In quel momento, ecco riapparire,
silenziosamente, Pantera Nera.
-La via è libera.- annuncia.
-Finalmente un po’ d’azione.- commenta
Quicksilver.
Base
dei Vendicatori
Il Barone Zemo osserva impaziente il
computer centrale della base, mentre Fixer batte un pugno sulla tastiera.
-Accidenti! Con che razza di sistema hanno
programmato questo pezzo di...
-Fixer. Rapporto – lo interrompe Zemo,
visibilmente contrariato per lo sfogo del suo frustrato luogotenente, che lo ha
costretto ad interrompere l’”esame d’ammissione” di War Machine.
-Non ho ancora trovato il modo per superare
le difese informatiche ed accedere al loro database, Barone – risponde Fixer
senza neanche guardare il proprio datore di lavoro – Se mi lascia lavorare in
pace, dovrei riuscire ad estrarre tutte le loro informazioni sulle identità
segrete e la posizione di tutti i Vendicatori che non siamo riusciti a
catturare.
-Hai un’altra ora di tempo – taglia corto
Zemo, allontanandosi – O troverò qualcun altro che possa portare a termine il
lavoro.
Fixer vorrebbe ingoiarsi gli insulti che sta
lanciando mentalmente al Barone, ma quel che è troppo è troppo: il piano per
catturare i Vendicatori sarà anche stato di Zemo, ma chi gli ha fornito i mezzi
per sconfiggerne i membri più pericolosi? Chi lo ha aiutato a potenziare metà
dei Signori del Male?
-No, non funziona così, Barone! Abbiamo
sconfitto i Vendicatori perché ho avuto tre settimane per trovare le soluzioni
giuste...tre settimane! Questo computer si basa per metà su sistemi operativi
di origine aliena, capisce cosa vuol dire? Mi ci vorranno almeno...
Senza che Fixer riesca a finire la frase o
che Zemo dica una sola parola, Dragon Man si piazza in mezzo ai due criminali.
Il gigantesco androide mezzo drago ringhia, fissando l’inventore con sguardo ben
poco amichevole.
-...ehm...come stavo dicendo, vedrò cosa
posso fare. Barone.
Il silenzio non dura più di pochi secondi. A
parlare è un uomo disarmato e circondato da una trentina di super-criminali
pronti ad ucciderlo da un momento all’altro.
-A che ti serve rintracciare gli altri
Vendicatori, Zemo? – chiede Capitan America.
Il Barone Zemo si avvicina alla Leggenda
Vivente, colpendolo in faccia con il calcio della pistola disintegratrice
ereditata dal padre. Capitan America, legato ad una sedia da catene di suono
solido, sembra nascondere quasi alla perfezione il dolore.
-Silenzio, verme americano! Non ti è
permesso parlare!
-Allora perché non mi avete imbavagliato?
La domanda sembra colpire particolarmente
Zemo. Anche se nessuno dei Signori del Male osa anche solo bisbigliare qualcosa
in proposito, sono in gran parte evidentemente perplessi.
-Voglio i codici per accedere al database
dei Vendicatori, verme. Se ti rifiuterai di rispondere...
-Ucciderai un Vendicatore. È questo che vuoi
fare, con il database, Zemo? Uccidere uno ad uno tutti i nemici di tuo padre?
-Tu osi
parlare di mio padre!? – urla Zemo, colpendo il Capitano con un pugno allo
stomaco – Tu che indossi lo stesso costume dell’uomo che lo ha ucciso!
Un pugno in faccia, ed il Capitano cade a terra.
Zemo gli tira un calcio, e Capitan America stringe i denti per riuscire a non
farsi scappare grida di dolore: non può e non vuole dare al Barone questa
soddisfazione.
-Devi sentirti un grand’uomo, prendendo a
calci un uomo legato. Non hai programmato molto bene questa cosa, vero?
-Di che parli, verme? Ho sconfitto i
Vendicatori. Presto li uccideremo uno ad uno, di fronte ai tuoi occhi... ed
infine, avrò l’immenso piacere di giustiziarti sulla pubblica piazza di fronte
ai tuoi stolti compatrioti.
-Sì, d’accordo. E poi?
-Che vuol dire “e poi”!? Stai già delirando
per il dolore, forse?
-Oh, per piacere. Ti conosco, Zemo, so che
non sei così stupido. Hai i Vendicatori alla tua mercè e minacci da ore di
ucciderli, ma non ti ho visto fare del male a nessuno. Perché tutto quello che
sai fare è attaccare i vecchi nemici di tuo padre. Non hai una vita tua, Zemo,
sei solo l’ombra di tuo padre. Sei davvero patetico.
Su tutte le furie, il Barone Zemo estrae la
pistola disintegratrice e la punta contro Capitan America. La mano che impugna
l’arma trema.
-Non puoi farlo, vero? – lo schernisce
Capitan America – Non in questo modo. Non senza dimostrare che sei meglio di
tuo padre. Che ne dici di uno scontro tra pari, Zemo? Senza scudo, senza
armi... solo io e te.
-Hai ragione, mi conosci troppo bene: non
sono così stupido. Hyde!
All’ordine del suo padrone, Mister Hyde si
avvicina a passi pesanti. Tra le sue mani nerborute tiene il corpo comatoso di
Janet van Dyne...Wasp.
-Hyde, spezzale il collo. Assicurati che il
Capitano senta bene il rumore.
-Zemo, aspetta! Non vedi che è ancora in
coma?
-Proprio come piacciono a me, fragili e
totalmente indifese – sorride Mister Hyde, afferrando la super-eroina per il
collo.
Capitan America osserva terrorizzato Mister
Hyde che solleva il corpo di Wasp sfoderando un sogghigno ed un’espressione di
pura malvagità. Il terrore del giovane Vendicatore deriva dalla consapevolezza
di essere assolutamente impotente. Per quanto si sforzi, le manette di suono
solido forgiate da Klaw sono assolutamente indistruttibili e lui non può fare
altro che restare a vedere la povera Wasp, già così duramente provata, mentre
viene uccisa da quell’essere privo di morale.
All’improvviso, ecco che un lampo di luce
appare dal nulla proprio di fronte a Hyde, che per la sorpresa lascia andare la
sua preda. Lockjaw, il cane degli Inumani ha fatto il suo ingresso.
-Ma che diavolo è?- esclama Klaw.
-Il dannato Cane degli Inumani, ecco chi è.-
commenta Hyde –Ora ci penso io a lui.
Poco lontano Henry Pym, nelle vesti del Calabrone,
sospira. Janet è salva, almeno per il momento. Se solo potesse ridursi di
dimensioni, ma in qualche modo Zemo è riuscito a bloccare il suo potere. Non
smetterà di provare, però. Alla fine solo il tempo dirà se è più forte la sua
volontà o la tecnologia di Zemo.
Intanto, vari supercriminali hanno tentato
di fermare Lockjaw, che continua a beffarli, teleportandosi da un punto
all’altro della stanza. Improvvisamente viene intercettato da Speed Demon, che
è riuscito ad anticipare il suo prossimo salto… proprio in prossimità di
Crystal, di sua figlia e del figlio di Wonder Man e Scarlet. A questo punto,
Mister Hyde tenta di afferrarlo per bloccarlo, ma ha una sgradita sorpresa,
quando il cane[5] gli azzanna una mano,
dimostrando quanto meritato sia il suo nome.[6]
Ogni tentativo di Hyde per liberarsi è
inutile ed a questo punto Zemo decide di intervenire. Fa un cenno a Dragon Man
che balza davanti a Lockjaw, ruggendo. Il cane degli Inumani sembra rivolgergli
uno sguardo interrogativo, poi Dragon Man emette una fiammata che avvolge
Lockjaw. La presa su Hyde, che balza di lato, è immediatamente rilasciata.
Lockjaw potrebbe scappare, ma con un feroce latrato sceglie, invece, di balzare
addosso al suo nemico. L’impatto è decisamente forte. Dragon Man è respinto indietro,
ma Lockjaw giace a terra incosciente.
-Eccellente!- commenta Zemo con voce
soddisfatta.
Un Mister Hyde con parte dei vestiti
bruciati e qualche ustione superficiale ribatte:
-Accidenti a te, Zemo. Quell’idiota del tuo
dragone avrebbe potuto bruciarmi vivo.
-Mi pare che tu te la sia cavata senza
grossi danni, Hyde… esattamente come mi aspettavo.- replica Zemo con
noncuranza, poi si rivolge al Super Adattoidi, fermo in piedi a pochi passi da
lui -Puoi duplicare i poteri di questa bestiaccia?
-Risposta positiva, Barone.- replica l’androide -Inizio immediatamente la procedura di
duplicazione.
Zemo si concede un sospiro di soddisfazione.
Nonostante qualche piccolo inciampo, tutto sta procedendo bene... o almeno così
crede.
Sotto
Il Morso di Vedova e gli artigli in vibranio
del costume della Pantera Nera rimuovono i dispositivi d’allarme. L’Uomo Ragno
striscia lungo la parete, poi sul soffitto, fino ad arrivare al corridoio:
nessuno in vista.
-Via libera, ma state attenti. Jarvis
esagera sempre con la cera... anche sul soffitto, purtroppo. Mi sa che non gli
sono troppo simpatico.
-Questo era il laboratorio di Pym – si
ricorda Quicksilver – Zemo tiene senz’altro i prigionieri nella sala riunioni:
è una delle più ampie e può usare i monitor per tenere sotto controllo la
situazione. Potrebbe scoprire che siamo qui da un momento all’altro, ed inviare
i suoi uomini ad eliminarci.
-Mister ottimismo qui ha ragione, non siamo
un tantino esposti? – si preoccupa l’Uomo Ragno: il suo senso del pericolo lo
avvertirebbe in anticipo di un eventuale attacco, ma il rischio che Zemo ordini
l’esecuzione dei Vendicatori è sempre grande.
-Siamo senz’altro in inferiorità numerica e,
se conosco Zemo, avrà senz’altro previsto un attacco a sorpresa. Prima di fare
qualsiasi altra mossa dobbiamo scoprire di più sulle sue forze – suggerisce
-Potrei accedere ai sistemi di comunicazione
da qui, ma ci vorrà tempo – risponde
Devil si avvicina alla Vedova Nera,
sussurrando:
-Non è necessario. Posso identificare la
maggior parte dei prigionieri e dei criminali anche da qui, e se vi serve darvi
la loro posizione.
-È presente anche Klaw, giusto? Quanto è
vicino ai Vendicatori?
-I più vicini sono a soli due metri; altri
sono dall’altro lato della stanza.
L’Uomo Ragno si cala con una ragnatela, fino
a raggiungere a testa in giù i suoi due alleati ed intromettersi nella
conversazione.
-Ragazzi? C’è qualcosa che vorreste
condividere con il resto della classe?
-Songbird. Quanto è preciso il tuo controllo
sul suono solido?
Nella sala riunioni, il Super-Adattoide
solleva con una mano sola il corpo privo di sensi del gigantesco cane inumano,
dichiarando con voce inespressiva mentre sulla sua fronte metallica cresce
un’antenna identica a quella dell’animale teleporta:
-Scansione
completata. Lockjaw duplicato.
-Eccellente, Adattoide – si congratula Zemo
– Ora, Capitano. Visto che hai messo in dubbio la mia volontà di uccidere i
Vendicatori, sarai tu stesso a decidere chi dovrà morire. Ucciderò tre
Vendicatori scelti da te, e risparmierò tutti gli altri. Se ti rifiuterai...
moriranno tutti.
-Non ho motivo per fidarmi della tua parola,
Zemo. Tutta questa è una faccenda tra gli Zemo e i Capitan America... i
Vendicatori non c’entrano. Uccidi me.
-Come immaginavo. Titania, recupera l’ascia
di Bloodaxe e taglia la testa ai Vendicatori. A cominciare da Falcon.
-No! – protesta Capitan America, flettendo i
muscoli per strappare le catene di suono solido... e con sua stessa sorpresa,
riuscendoci.
Zemo fa un passo indietro, impugnando per
puro riflesso la propria pistola, esclamando:
-Was? Klaw!
-Non sono stato io – si scusa il signore del
suono...dal cui petto si sganciano una serie di dardi sonori, che si scagliano
da soli contro i dispositivi che immobilizzano metà dei Vendicatori.
<<Ci penso io, boss.>> interviene War Machine, attivando la mitragliatrice montata sulla spalla
destra dell’armatura... i cui proiettili distruggono l’altra metà dei
dispositivi, prima ancora che i Signori del Male abbiano potuto fare nulla.
<<Cosa? Qualcuno ha manomesso il mio sistema di
puntamento!>> mente il
falso criminale, sperando che i “cattivi” se la bevano.
Capitan America afferra il polso di Zemo, e
la pistola disintegratrice fa fuoco verso il soffitto. I due si ritrovano
faccia a faccia, comprendendo che lo scontro sarà molto più ampio dell’ultima
volta, ed ordinano con voce autoritaria:
-Vendicatori Uniti!
-Signori del Male! Uccideteli tutti!
Mentre la “mezza sporca dozzina” fa il
proprio ingresso nello scontro, l’Uomo Ragno è sollevato: adesso i “buoni” sono
in superiorità numerica.
-Vinceremo noi: abbiamo lo slogan miglio...
uh-oh. Quando imparerò a stare zitto?
Un secondo dopo l’avviso del Senso di Ragno,
infatti, Nitro esplode.
In
un luogo per ora destinato a rimanere segreto.
L’uomo cammina avanti e indietro misurando a
grandi passi la stanza in cui si trova. Finora i suoi piani hanno avuto l’esito
previsto. Certo: l’intervento dei Vendicatori ha fatto sì che la situazione tra
la Lemuria Deviante e gli Eterni non degenerasse in guerra aperta, ma dopotutto
anche di questo lui aveva tenuto conto. I suoi agenti hanno fatto quel che
dovevano fare nella Lemuria sottomarina, togliendo di mezzo Karthon e con lui
il principale ostacolo ad uno scontro con Atlantide. I suoi agenti… è ironico
che quegli stupidi non si rendano nemmeno conto che quello che stanno facendo
è, diciamo così, suggerito da lui. Gli piace avere a che fare con pedine
inconsapevoli che si muovono come vuole lui nella scacchiera ideata da lui. E
lo chiamano Pazzo. Sono solo degli sciocchi.
E l’uomo si concede una breve risata.
All’esterno
della base
I cittadini di New York si sono abituati da
tempo alle emergenze più strane, da astronavi aliene che atterrano a Central
Park a mostri giganti che calpestano automobili come se fossero insetti.
Per loro, che
Finché possono restare a debita distanza
dallo scontro, anche i poliziotti non sono troppo preoccupati. Molti di loro
hanno sentito i racconti di un qualche collega che se l’è vista brutta con un
qualche super-criminale, e più che alla lotta tra il bene e il male hanno a
cuore la propria sopravvivenza. Solo le reclute distolgono lo sguardo: con la
coda dell’occhio intravedono strane esplosioni e raggi di energia, avvertendo
l’onda d’urto di pugni sferrati a decine di metri di distanza.
E poi c’è Codice Blu, la squadra pronta ad
intervenire nel caso uno dei Signori del Male cercasse di fuggire o tentasse di
allargare lo scontro al resto della città. Fanno questo lavoro da abbastanza
tempo per sapere che non è il caso di intralciare i super-eroi in questo genere
di situazioni; ma se la vita di un civile o di un altro poliziotto fosse in pericolo,
non esiterebbero un istante a fare irruzione.
Il Capitano Stone è in prima linea, come
sempre in questi casi. Gli occhiali da sole lo fanno sembrare più sicuro di sé di quanto non sia realmente,
mentre prega che i Vendicatori sappiano cosa stanno facendo e di non essere
costretto a rischiare la vita dei propri uomini.
-Non sarebbe il caso di intervenire
direttamente, Stone? – chiede il Commissario Stacy, accendendosi una sigaretta.
-Daremmo solo ai Signori del Male
un’opportunità di prendere ostaggi o di allargare lo scontro, signore. E non
dovrebbe essere così vicino ad una potenziale linea di tiro. Signore.
-Stone, ha una vaga idea di quante
telefonate ho già ricevuto dall’ufficio del Sindaco solo nell’ultima mezz’ora?
C’è mezza città che strepita? Tutti vogliono sapere quando ripristineremo il
traffico e faremo riaprire i negozi nel vicinato... francamente, la possibilità
di beccarmi una pallottola vagante è un miglioramento.
-Dovrebbe chiederlo ai Vendicatori, signore,
ma temo che al momento dovrebbe accontentarsi della segreteria telefonica. Se
vuole chiedermi del mio lavoro, però, posso assicurarle che i miei uomini
fermeranno qualsiasi criminale tenti di fuggire.
-Hm. Perché questa gente insiste per vivere
nel cuore della città? Se la loro base fosse in una qualche grotta nascosta o
all’interno di un satellite, la città non dovrebbe spendere milioni di dollari
per tenere sotto controllo emergenze del genere.
-Con tutto il rispetto, commissario, lei
deve aver letto troppi fumetti. Senza i Vendicatori, avremmo rischiato la vita
di decine di ottimi poliziotti per fermare questi Signori del Male.
-E senza i Vendicatori, Stone, i Signori del
Male non esisterebbero neanche.
-Nel qual caso, immagino che anch’io dovrei
lavorare seduto ad una scrivania. Signore.
I due uomini si scambiano un’occhiata
d’intesa. Certo, continuano a pensarla in modo diametralmente opposto, ma
sull’idea di “questo non è davvero il momento migliore per discuterne” c’è
effettivamente parecchia intesa.
Base
dei Vendicatori
Visione si riavvia prima che molti dei
Vendicatori abbiano ripreso completamente i sensi, ed analizza la situazione
con tutta la rapidità del suo cervello artificiale.
Nitro deve ancora riformarsi, ma la sua
esplosione ha lasciato privi di sensi quattro Vendicatori: Justice, il Fante di
Cuori, Stingray e D-Man sono fuori gioco; Wonder Man ha assorbito gran parte
dell’impatto, ed è visibilmente scosso.
La soluzione tatticamente migliore è un
attacco chirurgico contro gli elementi più pericolosi, seguito da un massiccio
spiegamento di forze votato a schiacciare completamente le capacità offensive
del nemico.
Il fatto che questa strategia sia anche una
gran bella rivincita passa in secondo piano, almeno per
-Vendicatori, attaccate in questo ordine. Polaris, Lodestone.
Photon, Dragon Man. Quicksilver, Speed
Demon. Starfox, il Mandrillo e Dansen Macabre. Iron Man, Sersi, disattivate il
Super-Adattoide. Tutti gli altri si scelgano un bersaglio e cerchino di non
intralciare il resto della squadra.
Terminati gli ordini, il sintezoide
concentra l’energia solare contenuta nel suo corpo in un raggio oculare diretto
verso il Controllore, danneggiandone seriamente l’armatura.
Una scossa percorre il corpo di Titania,
senza danneggiarne il corpo super-resistente. Per la prima volta da giorni, è
nuovamente capace di controllare le proprie azioni...pur mantenendo la memoria
di tutto ciò che Zemo le ha ordinato di fare, e delle minacce fatte a sua
figlia.
-Zemo! Schifoso nazista figlio di...
La donna non termina la frase, perché il
Super-Adattoide si teleporta direttamente di fronte a lei. Infuriata, cerca di
staccargli la testa con un pugno...inutilmente, perché l’androide ha già
duplicato la forza di Ercole, e riesce a bloccare il suo colpo con una mano
sola.
-Attivazione
protocollo “sottomissione”.
Grazie ai poteri copiati da Gargoyle, il
Super-Adattoide trasforma Titania in pietra... ed inizia a mutare, trasformando
la propria forma in una femminile.
-Scansione
completata. Titania duplicata. Attivazione protocollo “guerra totale”.
Iron Man e Sersi stavano volando verso
l’androide durante lo scontro. Il Vendicatore in armatura afferra la compagna
di squadra per un braccio, azionando i retrorazzi per fermare entrambi.
<<Sersi, aspetta! Con il tuo potere potrebbe trasformarci tutti
in rospi: meglio non avvicinarsi troppo.>>
-Dovresti dirlo anche a loro – nota Sersi, indicando i Vendicatori che stanno attaccando
l’Adattoide nella speranza di poter far tornare normale Titania.
Firestar, Miss Marvel ed il Fulmine Vivente
hanno avuto infatti la stessa idea di Iron Man, e stanno attaccando l’essere
artificiale con un vero e proprio bombardamento di energia, fuoco e fulmini.
Tutti e tre gli attacchi mancano
completamente il Super-Adattoide, che si è teleportato alle spalle dei
Vendicatori. Afferra le spalle delle due donne, tramutandole in pietra; il
Fulmine Vivente risponde trasformandosi completamente in elettricità, e
tentando di cortocircuitare l’avversario dall’interno. Il Super-Adattoide lo
assorbe senza nessun apparente effetto negativo.
-Scansione
completata. Firestar duplicata, Miss Marvel duplicata, Fulmine Vivente
duplicato. Errore: raggiunta capacità di elaborazione massima. Funzioni di
scansione sospese. Inizio ciclo di riparazione.
Iron Man deve riflettere rapidamente: sa che
se il Fulmine Vivente non tornerà presto in forma umana correrà il rischio di
restare bloccato in forma elettrica. Non prova neanche ad attaccare
l’Adattoide, dopo tutti i poteri che ha assorbito la forza bruta sarebbe
inutile. Per quanto sia incredibilmente sofisticato, però, l’Adattoide è una
macchina...e qualsiasi macchina può essere sovraccaricata.
<<Photon!>>
ordina via radio <<Entra nell’adattoide sotto forma di
neutrini, poi trasformati in energia elettrica e scatenagli contro tutto quello
che hai.>>
In volo sopra la base, Monica Rambeau sta
attirando il fuoco di Dragon Man. Ha cercato di penetrarne la pelle corazzata
trasformandosi in un raggio laser, senza esserci riuscita. Il fuoco le passa
attraverso perché ora Photon è composta di sola luce, finché non sente gli
ordini di Iron Man.
Impiega una frazione di secondo per
eseguirli. Una volta all’interno dell’Adattoide cambia forma, rilasciando
abbastanza energia da illuminare tutta New York per diverse ore.
Il Super-Adattoide reagisce nell’unico modo
che conosce: imitandola. Oltre all’energia del Fulmine Vivente ha assorbito il
suo potere, trasformandosi in un fulmine e scagliandosi a tutta forza verso il
cielo.
La scarica è accecante anche a
quell’altitudine. Poi il Super-Adattoide riprende le proprie sembianze
femminili, volando verso terra grazie al potere di Miss Marvel... senza
lasciare traccia né di Photon né del Fulmine Vivente.
Una persona comune sarebbe sopraffatta dal
caos sollevato nella battaglia, ma una persona comune non avrebbe mai accettato
di essere il maggiordomo dei Vendicatori.
Edwin Jarvis prende tra le braccia il corpo
privo di sensi di Wasp, portandola al sicuro:
-Chiedo venia per essermi concesso una
simile confidenza, miss Van Dyne, le assicuro che si tratta di un’emergenza.
Ignorando le esplosioni delle frecce di
Occhio di Falco e dai shatterang di Boomerang, passando oltre Hellcat e Tigra
che le stanno suonando di santa ragione a Mad Dog, il maggiordomo raggiunge
l’improvvisata “zona civili” della stanza.
Subito dopo aver messo al riparo Wasp di
fianco a Bobby Steele[7] ed Eric Masterson,[8] Jarvis
si accorge che uno di questi si sta alzando in piedi.
-Padron Masterson! Come si sente?
-Come se qualcuno mi avesse colpito in testa
con una grossa ascia asgardiana. Un secondo... perché non sono più
Thunderstrike? Credevo di non potermi più ritrasformare!
-In tutti i miei anni di servizio, padron
Masterson, ho sentito spesso affermazioni del genere. Il mio consiglio è di
fare come se nulla fosse e continuare a vivere.
-È proprio questo il punto: non dovrei
essere morto?
-A questo ci possiamo pensare noi,
nanerottolo – interviene una voce pesante. L’uomo che ha parlato avrebbe appena
gettato una grande ombra su questi civili, se al tempo stesso non si fosse
alzato un muro di fiamme ad intrappolarli.
-Ho sentito dire che la pupa in coma è
piuttosto ricca; che ne dici se la rapiamo, ci dileguiamo e chiediamo il
riscatto? – suggerisce Pyro.
-Zemo è proprio un idiota a pagare sempre in
anticipo – ridacchia Blob.
Masterson si guarda attorno per cercare il
bastone che potrebbe ritrasformarlo in Thunderstrike, mentre Jarvis non fa una
piega prima di chiedere:
-Signore, in tutto l’edificio vige il
divieto di fumo: le chiedo cortesemente di estinguere questo incendio.
Prima che Pyro possa dire nulla, un
improvviso scroscio d’acqua spegne il muro di fiamme e qualcosa si conficca con
forza tra i rotoli di grasso di Blob... un altro Signore del Male, chiamato
Aqueduct.
-Grazie per aver preso tempo, Jarvis. Il suo
controllo sull’acqua era molto simile al mio – si scusa Crystal.
-Ah sì? Vediamo un po’ come te la cavi con
il fuoco! – la minaccia Pyro, puntando i propri lanciafiamme da polso contro
l’Inumana... o meglio ci prova, senza formare nemmeno una scintilla.
-Nessun problema. E se proprio ci tieni a
saperlo, me la cavo piuttosto bene anche con l’aria – replica Crystal,
gesticolando verso i due mutanti.
Blob vorrebbe dire qualcosa in materia, ma
non ci riesce: l’aria nei suoi polmoni è appena uscita spontaneamente, e non
riesce ad inalarne altra. Fa giusto un passo in direzione dell’Inumana, prima
di crollare a terra con un gigantesco frastuono.
Subito dopo, Quicksilver rallenta per
conficcare a forza un braccio di Speed Demon nel grasso di Blob. Il criminale
cerca di liberarsi facendo vibrare la mano, troppo concentrato su questo
compito per evitare che Eric Masterson lo colpisca alla testa con un bastone di
legno.
-Ma guarda. Ed io che ho sempre pensato che
in questa forma fosse inutile!
Il principe della forza si massaggia le mani
mentre pregusta una bella battaglia. Ha già sistemato qualche supercriminale di
cui non ricorda nemmeno il nome, ma per quello che ha di fronte ha in mente un
trattamento speciale: Mister Hyde non merita il dono della battaglia, ma solo
di essere battuto a sangue, per quanto lo riguarda.
-Mi ricordo di te.- dice –Sei quello che
gode a torturare i deboli e gli indifesi. Meriti una lezione ed invero sarà il
prode Ercole a dartela.
-Dimentichi che ti ho già ridotto in fin di
vita una volta.- replica Hyde per nulla intimidito.
-Il Principe della Forza non era nella sua
forma migliore, grazie alle macchinazioni dei tuoi amici...e della sua stessa
stupidità, lo ammetto… stavolta sarà diverso.
-Si: stavolta mi assicurerò di averti
ucciso.
Hyde si lancia contro Ercole e gli sferra un
pugno la cui forza da sola basterebbe a staccare la testa dal collo di
chiunque, compresi molti superumani. Ercole indietreggia di un solo passo.
-Tutto qui?- replica massaggiandosi un
labbro, poi sferra a Hyde un colpo che lo fa volare lungo tuta la stanza fino a
spedirlo contro la parete opposta e fargliela sfondare.
-Spero che Tony Stark mi perdonerà per aver
ulteriormente danneggiato la sua magione avita, ma davvero non c’erano
alternative.- commenta il Dio della Forza.
Lontano da lui Hyde si rialza. Si sente
stordito, ma non ha intenzione di arrendersi. Una volta ha quasi sconfitto Thor[9]
non si farà fermare da quella presunta divinità greca. Si sta rialzando, quando
qualcosa lo colpisce al plesso solare. È ancora in ginocchio, quando vede
avanzare verso di lui una figura con le alucce sul copricapo, il costume
parzialmente stracciato ed uno scudo al braccio destro. Tra il fumo dovuto alla
recente esplosione ed ai danni da lui stesso fatti nell’impatto con la parete,
non riesce a distinguere bene chi sia, finché non gli è vicino ed U.S.Agent non
lo afferra per quel poco che rimane della sua mantella.
-Non è così divertente, quando la preda
restituisce i colpi, vero Hyde?-
-Tu… tu.-
-Io… sono quello che ti manderà a dormire.-
Il pugno di U.S.Agent fa letteralmente
vibrare la mascella di Hyde. L’energumeno sembra rimanere immobile, poi cade in
avanti con un tonfo rumoroso.
Senza degnarlo di un altro sguardo U.S.Agent
si rituffa nella battaglia.
Il Felino della Jungla guarda l’uomo che ha
ucciso suo padre. Questo è solo uno dei tanti scontri che hanno avuto da
allora. Dubita che sarà l’ultimo, ma può sempre sperarlo.
-Speravo che si sarebbe giunti a questo,
T’Challa.- dice Klaw –da tempo aspetto di umiliarti come ti meriti.
-Mi dispiace, Klaw, ma stavolta l’onore di
batterti spetta ad un’altra: credo che se lo sia guadagnata.
Songbird avanza, cercando di sembrare più
sicura di se di quanto in realtà sia.
-Ah, la mia imitatrice.- commenta Klaw –Sarò
lieto di darle la meritata lezione per aver usato la mia tecnologia senza
permesso.
-Scusami per averla usata per scopi migliori
dei tuoi. Per il resto… fammi causa.
Senza altre parole Songbird crea una specie
di semicerchio che si dirige verso Klaw, ma l’autonominato Signore del Suono punta
la sua arma sonica e lo dissolve.
-Dovrai fare meglio di così- dice, mentre
crea una copia di Dragon Man in scala ridotta e lo manda contro la ragazza.
T’Challa si sta chiedendo se intervenire per
dare una mano a Songbird, quando dei filamenti neri lo afferrano e quando lui
si gira si trova di fronte le fauci di...
-Venom!
-Ti
mangeremo il cervello!- grida
il simbionte.
Pantera Nera sembra mantenere una calma
apparente, mentre si rivolge all’ospite umano di Venom:
-Possiamo aiutarti ragazza, liberarti da
questo incubo, se ce ne dai la possibilità.
-Ti
mangeremo il cervello.
-Come direbbe il mio amico Uomo Ragno, hai
una conversazione troppo limitata, peccato.
T’Challa spinge un bottoncino della sua
cintura ed una scarica elettrica scuote i tentacoli di Venom costringendolo (o
costringendola?) a mollare la presa.
-Adesso va meglio.
Senza contare un simbionte infuriato e
superpotente che gli si sta gettando contro, ovviamente.
Qualcuno potrebbe considerarlo uno scontro
interessante: l’erede di una spada magica contro il possessore di un’arma
decisamente tecnologica. Qualcuno, forse, ma non il Cavaliere Nero che ha un
solo desiderio: farla finita alla svelta e Melter è solo un ostacolo. C’è un lato
ironico, però, che non sfugge a Dane Whitman: nella squadra originale dei
Signori del Male erano presenti sia suo zio che il primo Melter, ora entrambi
morti.
-Senti…- dice Dane al suo avversario -… per
una volta perché non saltiamo la fase dello scontro e non ti arrendi
quietamente?
Melter è chiaramente nervoso ed il Cavaliere
Nero si chiede se anche lui sembrava così, quando ancora era un novellino… una
vita fa... o almeno così gli sembra adesso.
-Non tornerò in prigione.- esclama Melter
–Non mi fermerai con la tua spada, te la fonderò assieme a quella tua specie di
armatura.
-Provaci.
Melter spara il suo raggio, ma il Cavaliere
Nero si muove rapidamente e para il colpo con la Lama d’Ebano… ma la fantastica
spada non si limita a questo: il colpo rimbalza verso chi l’ha inviato e
l’apparato pettorale da cui Melter spara il suo raggio si ritrova
irrimediabilmente fuso.
-Co… cosa?
-Non credevo che sarebbe stato così facile.-
commenta il Cavaliere Nero avvicinandosi ad un allibito Melter.
Costrutti sonici si scontrano contro
costrutti sonici. Se qualcuno avesse tempo per guardare quanto sta accadendo
resterebbe forse ammirato dall’inventiva dei due sfidanti: uccelli contro
elefanti, serpenti contro tigri e perfino pterodattili, per non parlare di
figure geometriche via via più bizzarre. Si formano, scompaiono, si riformano
in un duello che è solo apparentemente fisico.
Songbird è costretta ad ammirare l’inventiva
di Klaw e comincia a credere di non poter prevalere. Da parte sua, se avesse un
corpo di carne e sangue Ulysses Klaw suderebbe abbondantemente. Lo sforzo di contrastare
quell’impudente ragazzina lo sta svuotando. Non importa: a costo di attingere
ad ogni riserva di suono, vincerà. Gradatamente l’area intorno ai due
contendenti diventa sempre più silenziosa. Nessun rumore sembra penetrarvi.
Songbird arretra, mentre Klaw sembra diventare sempre più rosso, sempre più
brillante. La giovane Vendicatrice è provata dallo sforzo, ma resiste, poi…
qualcosa attraversa l’aria: un proiettile nero di forma vagamente umana, che
colpisce in pieno Klaw. Il risultato è una silenziosissima e localizzata
implosione.
A terra giacciono una donna di colore
apparentemente svenuta e l’artiglio di Klaw. Pantera Nera avanza, mentre a poco
a poco i suoni tornano a farsi sentire. Songbird apre la bocca, ma solo al
terzo tentativo riesca a far uscire delle parole intelligibili:
-Cosa è… successo?- chiede.
-Klaw si era sovraccaricato e quando gli ho
lanciato Venom… beh diciamo che era troppo per la sua massa divenuta troppo
instabile.- spiega T’Challa raccogliendo l’artiglio e fissandolo pensieroso –La
vulnerabilità di Venom al suono ha fatto il resto.- il suo sguardo si sofferma
sulla giovane donna a terra –Sono sicuro che è una vittima più che un vero
pericolo. Inconsciamente voleva essere sconfitta. Certo se fosse stato il
vecchio Venom non l’avrei battuto così facilmente. Forse potremo aiutarla.- poi
si rivolge a Songbird –Scusa se ho interferito con la tua battaglia. Non è
stato per sfiducia nelle tue capacità, ho solo colto una buona occasione.
.-Nessun problema.- risponde Songbird
–Interferisci pure quando v... uoi.
Melissa ha appena finito di parlare che
barcolla e cadrebbe a terra se Pantera Nera non fosse pronto a sostenerla.
Dietro la sua maschera il volto del sovrano del Wakanda è indecifrabile, ma se
la sua espressione potesse essere vista esprimerebbe ammirazione per la giovane
donna.
Hellcat lascia cadere a terra Mad Dog, il
proprio ex marito, con un’espressione pensierosa. Tutto l’opposto della voglia
di festeggiare di Tigra, che si guarda attorno per cercare un nuovo avversario...
ritrovandosi investita da una vera e propria tempesta di sabba in forma umana,
Quicksand.
A poca distanza, Starfox sta usando il
proprio potere mentale per contrastare quello del Mandrillo e di Dansen
Macabre, mentre osserva l’assalto di Quicksand. Dopo aver lasciato i due
avversari, al settimo cielo grazie al suo potere di stimolare i centri del
piacere del cervello, Starfox vola dritto nella tempesta di sabbia.
-Che razza di mostro tratta così due
bellissime donne?
-Chi hai chiamato mostro!? – si infuria
Quicksand, riprendendo le proprie sembianze di sabbia in forma di donna
umana... quello che sperava Starfox, che ora può guardarla negli occhi.
-Le mie scuse, o sinuosa signora della
sabbia! In realtà tra tutte le eroiche bellezze in questa battaglia, sei la più
maestosa!
La rabbia nel volto di Quicksand cambia
rapidamente in un’espressione trasognata, e la sabbia lascia il posto alla carne
e sangue mentre la donna cade letteralmente tra le braccia di Starfox.
Polaris levita verso di lui, tenendo imprigionata
Lodestone in catene di metallo forgiate magneticamente. Aveva intenzione di
imprigionare Quicksand in una bolla magnetica, prima di vederla svenire dopo
una sola occhiata di Starfox.
-Si può sapere come fai?
Starfox potrebbe risponderle che, stimolando
i centri del piacere nel modo giusto, il cervello umano produce... no, meglio
non rovinare l’atmosfera.
-Il segreto è nel sorriso – risponde
Starfox.
Il Cavaliere Nero sorride massaggiandosi le
nocche. Nessuna magia particolare: solo un buon destro al momento giusto e
Melter è pronto per essere portato via assieme alla spazzatura. Adesso se solo
in questa confusione riuscisse a ritrovare sua moglie, meglio nota al pubblico
come Miss Marvel...
Fixer è molto, molto preoccupato. Sotto i
suoi occhi i Signori del Male stanno cadendo come mosche, ed è più che evidente
che il piano di Zemo è fallito da un pezzo.
A pochi metri di distanza, Namor e She-Hulk
mettono al tappeto lo Squalo Tigre. Sersi trasmuta Gargoyle da pietra ad essere
umano, e poi in un rospo. Falcon atterra Blackwing con un pugno alla mascella,
Aracne intrappola l’Anguilla in una ragnatela psichica,
Ben presto gli saranno tutti addosso, e non
è così arrogante da pensare di poterli combattere tutti. Poi una particolare
battaglia attira la sua attenzione: War Machine sta volando verso Calabrone,
forse nel tentativo di attaccarlo alle spalle mentre combatte
-War Machine! – chiama ad alta voce, mentre
attiva i dispositivi di anti-gravità nella cintura – Sei un mercenario, giusto?
Diecimila dollari se mi copri le spalle durante la fuga!
<<Mi dispiace, ma qualcosa ha preso il controllo della mia
armatura>> si scusa il
guerriero corazzato, ed un colpo di repulsori ben piazzato manda in frantumi
l’inestimabile tecnologia gravitazionale.
Fixer estrae una pistola disintegratrice,
ridotta in mille pezzi dalla stretta titanica di War Machine.
<<Non sei più tanto pericoloso se non puoi colpire a tradimento,
vero?>>
La voce, anche se camuffata
elettronicamente, ha un timbro ben diverso da prima. Più femminile.
-Jocasta...posso ricostruire il tuo
corpo...per una cifra del tutto onesta...
<<Non mi serve, ma ho comunque un conto da farti pagare>> - risponde il fantasma nell’armatura, prima
di rompere il naso a Fixer con un pugno.
-Scusa se non ho chiesto il permesso prima
di controllare da remoto la tua armatura, Jim – commenta poi con la propria
voce.
-Figurati. E ricordami di non farti mai
arrabbiare – risponde Jim Rhodes.
All’interno dell’armatura di Iron Man, Tony
Stark si ritrova a battere i denti: gli ammortizzatori interni hanno impedito
al potere di Valanga di frantumargli tutte le ossa del corpo, ma non deve
sottovalutarlo. Per sua fortuna, il distorsore vocale del casco lo fa parlare
come se nulla fosse successo.
<<Arrenditi, Valanga: non puoi fare niente alla mia armatura, e
basterebbe una piccola scossa tellurica per far crollare
-Stai cercando di intimidirmi? Ho combattuto
gente molto più forte di te! – si vanta il mutante, concentrando il proprio
potere contro il Vendicatore rosso e oro.
<<Sì, e immagino come sia finita>>
I convertitori cinetici funzionano alla
perfezione, trasformando le vibrazioni in energia assorbibile dall’armatura.
Anche così, Iron Man non potrà resistere all’infinito. Per fortuna non ne ha
bisogno: Valanga è a pochi passi di distanza.
“È incredibile quanto potere possieda...per
mia fortuna, non sembra essere molto sveglio” pensa Tony, ormai abbastanza
vicino da usare i raggi repulsori a bassa potenza... più che sufficienti a
stendere un essere umano per diverse ore.
Iron Man si guarda attorno: Valanga lo ha
distratto più del previsto, stanno succedendo troppe cose attorno a lui per
avere un quadro completo. Un dettaglio attira la sua attenzione: l’unica
persona in costume tra i presenti ad essere rimasta in disparte senza alzare un
dito.
<<Devil? Tutto bene?>>
“Certo che no” pensa Matt Murdock sotto la
maschera dell’uomo senza paura “C’è un motivo se mi sono sempre rifiutato di
entrare in un gruppo: tutto questo caos confonde i miei super-sensi”.
Concentrazione, pensa Devil, è sempre una
questione di concentrazione. Il senso radar è inutile, con tutto quel
movimento. E tra mille esplosioni e pugni dalla potenza sovrumana, anche il suo
udito non è di molto aiuto.
Poi nota qualcosa, un odore che non ha mai
sentito prima. Quasi nascosto dall’odore di metallo, gas di raffreddamento e
residui di carburante per jet che emana Iron Man. Lo ha già sentito in passato,
ne è sicuro... nitrato di ammonio, perossido di acetone e dopobarba scadente.
“Nitro!” realizza Devil, localizzando la
provenienza dell’odore prima che il miscuglio di sostanze gassose riprenda
forma umana proprio di fianco ad Iron Man. Lancia il proprio bastone, che
rimbalza sull’armatura del Vendicatore e poi dritto in faccia a Nitro appena
rimessosi insieme.
Iron Man non ha potuto seguire il
ragionamento di Devil, lo ha solo visto lanciare il bastone ben prima che i
sensori della sua armatura rilevassero la presenza di Nitro... e se non fosse
stato per Devil, si sarebbe ritrovato con una potentissima esplosione a pochi
centimetri dal volto.
-Stavo aspettando il momento adatto per
agire – è la tardiva risposta di Devil.
C’è un altro giocatore che finora è stato
assai restio ad entrare in campo, e con buone ragioni: in una situazione così
complessa e pericolosa, chi vorrebbe liberare Hulk?
Meglio restare in disparte ed attendere che
gli eroi facciano il proprio lavoro, pensa il dottor Bruce Banner. Del resto,
da Hulk non è mai uscito nulla di buono.
Questo finché la testa di un robot non
rotola fino ai suoi piedi.
-Salve, dottor Banner; credo le converrebbe
lasciare la base, non è un luogo troppo sicuro – dice la testa.
-Machine Man? Che ti è successo? – chiede
Banner, sollevando il cranio del Vendicatore robotico.
-Ho ripreso possesso del mio corpo e tentato
di ragionare con Dragon Man... da essere artificiale ad essere artificiale. Non
credo però che sia sufficientemente avanzato da comprendere i miei
ragionamenti, né cosa sia meglio per lui...potrebbe essere un bruto senza
cervello, da quello che sappiamo.
-O forse vuole solo essere lasciato in pace
– replica Banner, appoggiando a terra la testa di Machine Man ed avvicinandosi
al grande umanoide rettiliforme che sta ruggendo fuoco.
Dragon Man si volta nervosamente verso di
lui, agitando la coda ed alzandosi sulle zampe posteriori per apparire più
minaccioso.
-Calma. Non voglio farti del male. Nessuno,
qui, vuole farti del male.
Dragon Man annusa Banner, inclinando la
testa come se fosse perplesso. Il suo ruggito è ora più sommesso, quasi un
rumoroso punto di domanda.
-Ecco, bravo. Così. Bravo. Nessuno vuole
farti del male.
Subito dopo, Wonder Man atterra
violentemente su Dragon Man... che reagisce allargando le ali, sputando fuoco verso
il vendicatore. Nella direzione della fiammata, però, ci sono Jarvis e altri
civili.
-Accidenti. Ora capisco cosa provava Rick –
commenta Bruce Banner, mentre i suoi occhi diventano verde brillante.
La trasformazione è rapidissima, ma ancora
di più è la reazione dell’energumeno grigio che ne esce: la camicia strappata
deve ancora cadere a terra, che già l’Hulk grigio ha battuto con forza
sovrumana le mani generando un’onda d’aria sufficiente a spegnere le fiamme. A
Dragon Man non è piaciuto quell’improvviso frastuono, e spalanca le fauci per
cuocere rapidamente Hulk.
-E questo cos’è: il nuovo Fin Fang Foom?
Appena uno passa dal verde al grigio, tutti lo copiano – commenta Hulk,
serrando con forza la bocca di Dragon Man proprio mentre sta sputando fuoco.
Questo non è sufficiente a metterlo fuori
gioco: è necessario un pugno nello stile dell’incredibile
Hulk.
I due Fratelli Grimm sollevano Titania,
caricandola sulle proprie nuvole.
-Una ragazza così ben sviluppata... –
comincia uno dei fratelli.
-...come ottimo scudo umano potrebbe essere
utilizzata! – conclude l’altro.
Un furioso Uomo Assorbente si avvicina,
caricando a testa bassa dopo aver assorbito le proprietà dell’armatura di War
Machine. I Fratelli Grimm non si preoccupano troppo: tra le mani di uno si
materializza una torta alla panna, in quelle dell’altro una bottiglia di seltz.
-Lasciate stare mia moglie!
-Non credo proprio, caro Uomo Assorbente...
– inizia il primo fratello, gettando la torta in faccia al criminale.
Crusher Creel non fa troppo caso al fatto di
essere stato colpito dalla torta: dopotutto può decidere quali materiali
adattare e quali no. Capisce il proprio errore quando passa dall’adattare la
resistenza del metallo a quella della panna: anche i poteri dei fratelli Grimm
sono magici, e terribilmente imprevedibili.
-...che tu sia molto intelligente! –
conclude il secondo Grimm, spruzzando del seltz addosso a un uomo il cui corpo
è attualmente composto di panna montata.
-Abbiamo vinto, ma restano ancora molti
Vendicatori.
-Allora sbrighiamoci e facciamoli tutti...
Due frecce stordenti impediscono il
completamento della rima, e i due Fratelli Grimm crollano a terra mentre Occhio
di Falco ricarica l’arco... cercando di non calpestare la pozzanghera di panna
e acqua di seltz.
-Siete sempre dei gran seccatori – conclude
l’arciere...subito prima di urlare per il dolore.
Ago non ha detto niente prima di attaccare.
Eppure Occhio di Falco ora si ritrova con un ago lungo venti centimetri
conficcato nell’avambraccio destro, ed il super-criminale muto si prepara a
lanciargli addosso la propria arma principale: un ago grande come un
giavellotto ed ancora più micidiale.
Muovendosi più rapidamente di un arciere
comune, Occhio di Falco ignora il dolore e recupera dalla faretra una
freccia-shock... lanciandola verso Ago come se fosse una freccetta.
Il criminale crolla a terra, sopraffatto
dalla scossa elettrica ricevuta, e mentre l’arciere estrae l’ago dal braccio si
rende conto dell’importanza dello stare zitti in battaglia.
Ancora
all’esterno della base
-Sta succedendo qualcosa di grosso là
dentro, Stone - commenta il Commissario Stacy rimettendosi in tasca il
cellulare – Ho appena finito di parlare con Derek Freeman, direttore locale dell’F.B.S.A.
-Non vorrà davvero passare la palla a loro,
Commissario?
-Questa è forse la più grossa crisi di
ostaggi che ha colpito questa città e forse la Nazione e non vogliono stare a
guardare. Dobbiamo dargli una buona ragione per non intervenire. Se solo ci fosse un modo per superare quella
dannata barriera...
-Quello che mi è sempre piaciuto di lei,
Signore…- replica Stone -… è che non si arrende mai. In questo somiglia a suo
fratello.
Sul volto di Stacy passa un’espressione a
metà tra il sorriso ed un’ombra di malinconia.
-La ringrazio per il paragone con George,
Stone, ma se non sbaglio c’è un ma…-
-Ma, a quanto sembra non c’è forza, o noi
non l’abbiamo trovata, in grado di spezzare quel campo di forza.
-Non disperare amico Stone, c’è sempre
speranza finché la vita scorre nelle vene degli uomini coraggiosi.
Al suono di quella voce, che è proprio il
caso di definire tonante, la folla si sposta per consentire il passaggio di una
figura massiccia ed inconfondibile.
-THOR!-[10]
esclamano all’unisono tutti i presenti.
-Pressanti affari su Asgard[11]
mi hanno trattenuto finora dall’intervenire in difesa dei miei compagni
d’arme…- spiega Thor -.. ma ora nulla mi impedirà di dare ai malvagi la giusta
punizione.
-Per me puoi accomodarti Thor.- replica Stone
–Devo, però, avvertirti che il campo di forza di Zemo è assolutamente
impenetrabile ed infrangibile.
Thor si limita a sorridere. Si avvicina al
limite del campo di forza e sembra tastarne l’invisibile parete con la mano
destra, per poi affermare:
-Infrangibile ed impenetrabile per mezzi dei
mortali, forse… ma non certo per la potenza dell’incantato Mjolnir.
Thor solleva il martello e colpisce la
barriera… che si sfalda immediatamente, come se non ci fosse mai stata. Senza
dire altro, Thor, avanza nel giardino del palazzo dei Vendicatori.
Alle sue spalle è Stacy a rompere il
silenzio della folla e dei poliziotti.
-Non stia impalato, Stone, gli vada dietro.
-Agli ordini, Signore. Rassitano, Ruiz, Fielstein, con me, svelti.
Arthur Stacy li vede partire in assetto da battaglia. Vorrebbe essere con loro e per un istante pensa di tirare fuori la pistola e seguirli, poi il suo cellulare squilla e scuotendo la testa il Commissario risponde all’ennesima chiamata politica.
Base
dei Vendicatori
Wanda Maximoff lancia un’occhiata di
preoccupazione verso Wonder Man, mentre quest’ultimo è colpito dalle fiamme di
Dragon Man, una distrazione potenzialmente fatale in battaglia.
Visione la afferra per spostarla dalla
traiettoria delle scariche elettriche del Super-Adattoide. Quest’ultimo
modifica la propria strategia, sfruttando i poteri copiati da Firestar e Miss
Marvel per rilasciare un insieme di microonde ed energia pura.
-Dobbiamo restare oltre il raggio d’azione
del suo potere, o copierà anche i nostri – ricorda Scarlet.
-Non è sufficiente: grazie a Lockjaw, può teleportarsi. Ti porterò al
sicuro prima di tentare un attacco frontale.
-Adesso che ha la forza di Ercole e quella
di Titania? Dovresti richiamare tutti i Vendicatori per tenergli testa!
-La forza non è sempre la soluzione, Wanda: come stiamo dimostrando, i
Vendicatori sono molto più potenti dei Signori del Male. E se ci hanno
sconfitto è stato solo perché ho lasciato che fossero loro a dettare le regole
del gioco.
I due eroi atterrano, e l’androide
attualmente in forma femminile reagisce di conseguenza: si teleporta alle loro
spalle, pronto a colpirli con tutta la propria forza. Invece sprofonda
sottoterra: grazie al potere di Scarlet, da un secondo all’altro il pavimento
non ha più sostenuto il suo peso.
-Non lo fermerà per molto tempo. Mettiti in salvo, Wanda, ci penso io.
-Mi stai trattando coi guanti perché adesso
ho una famiglia? Non sono una civile, sono un Vendicatore!
-Non voglio che tu soffra più per colpa mia, Wanda. Io ho fallito nel
proteggere i Vendicatori, ed io devo risolvere la questione.
Il Super-Adattoide ritorna il superficie, e
Visione non si muove. Abbassa la propria densità fino a diventare un fantasma,
così che i pugni dell’androide rivale non gli facciano nulla.
-Sei programmato per copiare qualsiasi potere più utile di quelli che già
possiedi. E come vedi, la mia intangibilità è al di sopra di tutti i poteri che
hai già assorbito.
Il Super-Adattoide non ha una faccia, quindi
è difficile capire cosa stia pensando. Qualunque sia il suo ragionamento, la
congettura di Visione è corretta.
-Scansione
completata. Visione duplicato.
Visione cambia nuovamente la propria
densità, dall’intangibilità al diamante... e poi aumenta ancora, arrivando al
limite. In questa forma pressoché indistruttibile colpisce il Super-Adattoide
con un pugno così forte da spedirlo ben oltre l’orizzonte.
In quella forma, del resto, le molecole
dell’Adattoide erano così rarefatte da poter essere toccate solo da qualcosa di
incredibilmente denso... anche se Visione conosceva benissimo il rischio: se
l’Adattoide avesse duplicato quella capacità abbastanza in fretta, sarebbe
stato inarrestabile.
Solo un guasto ai suoi circuiti di
duplicazione e a tutti i sistemi diagnostici poteva dargli una possibilità. Una
possibilità su un milione, forse. A giudicare dal sorriso compiaciuto di Wanda,
in realtà, per un istante si era trattato di una possibilità su una.
Il supereroe conosciuto come Uomo Ragno si
muove nel suo inimitabile modo (in realtà piuttosto imitato di questi tempi, ma
non stiamo a sottilizzare) lungo le pareti rimaste del Palazzo dei Vendicatori,
meravigliandosi un po’ di come tutto sommato il Palazzo abbia retto alle varie
esplosioni che l’hanno colpito nelle ultime ore. Certo: un intero lato è
completamente andato, le altre pareti sono ampiamente rovinate e l’acqua cola
abbondante dalle tubature distrutte. Eppure la superba costruzione di arenaria
non è crollata. Il padre di Tony Stark o suo nonno o chiunque sia stato ha
davvero fatto fare un buon lavoro.[12] A
Peter Parker, però, in questo momento interessa solo chi quel lavoro ha tentato
di distruggere: l’ultimo degli Zemo. Lui ed Helmut Zemo hanno, per così dire,
incrociato le spade solo poche volte, ma sono rimaste ben impresse nella sua
memoria: non può dimenticare come Zemo abbia giocato a fare Dio trasformando in
mostri povera gente come Vermin. Uomini come Zemo vanno fermati a tutti i
costi.
Il suddetto Barone Zemo sta fuggendo: ancora
una volta la meritata vittoria gli è stata sottratta, quando era già a portata
di mano. Inutile recriminare, però, ora deve pensare a fuggire. Gli basta
arrivare all’aperto e chiamare il suo speciale hovercraft.
-Cosa ti fa pensare che ti lasceremo
andartene con la coda tra le gambe?
La voce dell’Uomo Ragno è insolitamente
fredda. Niente spazio per battute più o meno sciocche, stavolta. Ne ha passate
troppe ultimamente: la guerra di bande, il nuovo Mangiapeccati, i poliziotti
uccisi, le preoccupazioni per quei ragazzini senza criterio che giocano a fare
i supereroi[13] ed ora la lotta con più
supercriminali di quanta avesse voglia di contarli, lotta che ha lasciato il
segno sul suo costume sdrucito, senza contare i lividi nascosti dal costume
stesso.
-Dammi una scusa per picchiarti, Zemo, per
favore.- dice.
-Se pensi che abbia paura di te…- inizia
Zemo puntandogli contro la pistola disintegratrice…
L’Uomo Ragno si prepara a reagire, quando
uno scudo bianco rosso e blu si frappone tra lui e Zemo disarmando
quest’ultimo.
-Lascialo a me.- dice Capitan America
recuperando lo scudo ed avanzando verso Zemo. Alle sue spalle avanza anche
U.S.Agent –Tutta questa faccenda riguarda soprattutto noi due, non è vero Zemo?
-Solo lo sciocco affronta la battaglia,
quando le circostanze sono tutte a suo sfavore ed io non sono sciocco.- replica
Zemo.
Dall’hovercraft modificato di Zemo, fermo
proprio sopra il Palazzo, parte un raggio traente che solleva il Barone.
-Non te la caverai così facilmente,
stavolta.- grida Cap, lanciandosi verso Zemo ed Afferrandolo per una caviglia.
L’Uomo Ragno fa per lanciarsi a sua volta,
ma una mano forte lo afferra per una spalla.
-Dobbiamo aiutarlo.- dice l’Arrampicamuri,
rivolto ad U.S.Agent.
-Non ancora.- replica John Walker –Questa è
la sua battaglia ed il ragazzo si è guadagnato il diritto di fare da solo.
-Ah si? Beh speriamo che non si guadagni
anche un posto al cimitero.
Nell’hovercraft
di Zemo
Nonostante tutti gli sforzi del suo
avversario per sbarazzarsi di lui, Capitan America si è tenuto stretto alla
caviglia di Zemo sin dentro la sua aeronave. Solo quando entrambi cadono sul
pavimento molla la presa.
Zemo gli sferra un calcio al mento e non
aspetta di vederne l’esito: si precipita verso una consolle e ne trae un’altra
pistola.
-Fosse l’ultima cosa che faccio, stavolta ti
ucciderò!- grida. –Non infangherai ancora l’onore degli Zemo!
-Piantala con queste frasi da cattivo da
quattro soldi dei pulp.- ribatte Cap, mentre con lo scudo deflette i raggi che
Zemo gli sta sparando –Parli sempre di redimere l’onore degli Zemo, ma redimere
da cosa? Tuo padre era l’uomo più odiato della Germania Nazista. Le cose che
faceva erano così odiose che perfino i suoi stessi compagni non sopportavano di
vederne il viso e dovette celarlo sotto un cappuccio.
-Sta zitto! Non osare dire così!- la voce di
Zemo sale di diverse ottave.
Cap continua a deflettere i suoi colpi ed avanzare
verso di lui, continuando a parlare:
-Questa è l’eredità a cui aspiri? Cresci,
Zemo. Hai avuto l’opportunità di essere un eroe quando hai fondato i
Thunderbolts. Quella finzione poteva essere realtà, ma diversamente dai tuoi
compagni, tu hai fatto un’altra scelta. Accettane le conseguenze e non
biasimare altri che te stesso.
-Non intendo starti a sentire io…-
Cap gli afferra il polso destro e lo
stringe, spingendolo contemporaneamente di lato.
-Tu ti arrenderai, adesso.
Zemo stringe i denti, con un ultimo spasmo
preme il grilletto della sua arma, ma il colpo finisce dritto contro la
consolle operativa dell’hovercraft ed ecco che un’esplosione separa i due
contendenti.
In breve, fiamme si levano alte in tutto
l’abitacolo.
-Dobbiamo andarcene da qui, prima che sia
troppo tardi.- grida Cap.
-No! Non prima di averti ucciso!- replica
Zemo e gli salta addosso afferrandolo alla gola.
Cap reagisce per puro istinto: lo afferra al
viso strappandogli la maschera e rimane interdetto vedendo il volto devastato del
suo nemico.
-Ti faccio orrore? Bene è giusto che il mio
vero volto sia l’ultima cosa che vedrai da vivo.
-Zemo… moriremo entrambi se…
Cap non termina la frase: una, nuova, più
potente, esplosione scuote l’hovercraft. Macerie cadono su di loro ed il simbolo
vivente del Sogno Americano si trova separato dal suo nemico e sepolto da una
qualche struttura in ferro. Non sa dire neanche lui come, ma riesce a liberarsi
e si rimette in piedi.
È ancora stordito, quando, aldilà di un muro
di fiamme vede Zemo in ginocchio vicino a quello che rimane della consolle.
-Non muoverti!- gli urla –Posso ancora
salvarti, se…
Un attimo dopo, un’altra esplosione lo
sbilancia e Cap si trova proiettato indietro, oltre un portello che non esiste
più e nel vuoto.
Pochi secondi dopo l’hovercraft esplode
definitivamente, ridotto in mille pezzi.
Cap cade e solo l’istinto ed anni di
allenamento lo fanno reagire in modo da colpire il sottostante fiume col minimo
danno possibile.
Anche così l’impatto gli sembra devastante.
Ogni osso gli fa male ed i suoi polmoni anelano aria. Si costringe a nuotare
verso l’alto, ma ogni movimento gli sembra pesantissimo se non addirittura
impossibile. Poi ecco che due forti braccia lo sostengono e lo portano
rapidamente verso la superficie e finalmente ecco l’aria. Solo ora Cap si
concede di svenire e non nota sul viso del suo salvatore, il solo ed unico Sub
Mariner, un’espressione che potremmo chiamare solo di stima e rispetto. Il
ragazzo non è Steve Rogers, pensa Namor, ma è indubbiamente un uomo coraggioso.
-Sta bene?- chiede U.S.Agent.
-Vivrà.- è la risposta di Namor.
-Ti preferisco quando fai il chiacchierone.-
replica l’Uomo Ragno –Guardate un po’: non è la maschera di Zemo quella che sta
stringendo nella mano?
-Già.- commenta U.S.Agent –Deve avergliela
strappata durante la lotta. Sembrerebbe che Zemo non ce l’abbia fatta a saltar
fuori prima dell’esplosione.
L’Uomo Ragno scuote la testa
-Non ci credi davvero nemmeno tu. Quelli
come lui trovano sempre un modo per sopravvivere.
-Solo quelli che hai amato restano morti,
pare.- aggiunge Sub Mariner in tono amaro –I tuoi nemici tornano sempre a
tormentarti.
Si… ne so qualcosa anch’io.- ribatte l’Uomo
Ragno chinando il capo.
In quel momento si ode il rombo di un tuono
e subito dopo uno scrosciante acquazzone si abbatte sul palazzo dei
Vendicatori, estinguendo rapidamente ogni principio d’incendio. Anche gli dei
hanno deciso di dire la loro e la lunga giornata è finalmente finita.
EPILOGO
Dopo il frastuono dello scontro, il silenzio è quasi fastidioso. Il
lavoro non è certo finito: ci sono feriti da curare, criminali da arrestare,
fuggiaschi da inseguire. Bisogna spiegare l’accaduto alle autorità, rilasciare
dichiarazioni alla stampa, rassicurare parenti e amici. Ed ovviamente ci
saranno le riparazioni: metà della Base è distrutta, e l’altra metà seriamente
danneggiata.
I danni si propagano fino alle fondamenta, ed è un mezzo miracolo che
l’edificio non sia completamente crollato.
Ma per i Vendicatori è comunque una vittoria. Alcuni di loro non avevano
mai partecipato ad una battaglia di questa portata, altri avevano dei conti in
sospeso con Zemo e con i suoi scagnozzi, altri ancora sono semplicemente fieri
di aver potuto dare una mano.
Devil ha un quadro un po’ più completo di molti altri dei presenti, grazie
ai suoi sensi iper-sviluppati. Nonostante la stanchezza e l’emicrania, è
soddisfatto. E non può provare che ammirazione per gli eroi che partecipano a
scontri del genere almeno una volta alla settimana.
-Grazie per la
collaborazione, Devil – gli
stringe la mano Visione – Basandomi
sui nostri incontri precedenti, so che non hai interesse ad unirti al gruppo e
non ti chiederò niente in proposito. Non posso che provare dispiacere per
questo, ma ti assicuro che ti sei dimostrato uno dei nostri più validi alleati.
-Ehm, grazie – risponde l’avventuriero, pensando “Ha ragione, però era
bello quando me lo chiedevano”.
-Che razza di disastro. Ci vorranno mesi per rimettere tutto in sesto...
spero solo che Stark si senta generoso quest’anno – commenta Songbird.
<<Ne abbiamo passate di peggiori. E Stark sarà felicissimo di
pagare le riparazioni. O quantomeno rassegnato...>> risponde Iron Man, camminando verso il
Vendicatore attorno a cui si è radunata la maggior parte dei compagni di
squadra.
<<È bello riaverti tra noi, Thor. Spero che tu possa restare per
un po’.>>
-Potevi anche arrivare un po’ prima e
risparmiarci un bel po’ di fatica, comunque – mormora l’Uomo Ragno, attirando
gli sguardi di disapprovazione di una trentina di super-eroi.
-Ah! Invero, la gaia spavalderia dei mortali
non cessa mai di sorprendermi – ride il Dio del Tuono, dando una sonora pacca
sulle spalle all’arrampicamuri.
-Ed io dovrei imparare a tenere la bocca
chiusa... credo di aver appena ingoiato la spina dorsale...
Alle spalle delle decine di eroi che
festeggiano e di criminali che si lamentano, Calabrone e Sersi si stanno
occupando del corpo di Janet van Dyne alias Wasp.
-Incredibile a dirsi, ma sembra che si stia
riprendendo... almeno fisicamente. Sembra che metterla in stasi sia stato più
efficace del previsto.
-Anche più di quel che pensi, Hank –
risponde Sersi – Credo che si stia...
Janet riapre gli occhi, fissando i due
Vendicatori.
-E voi due chi sareste?
CONTINUA !
Nel
prossimo numero: il ritorno di un Vendicatore. Forse. E le conseguenze dello
scontro con i Signori del Male
Note
degli autori
Sì, ci siamo dilungati parecchio;
sfortunatamente non avevamo George Perez a disegnare venti scontri sullo
sfondo, così ci siamo divertiti a narrare tutto. Considerate questo come il
numero 75-bis, se volete !
[1] In Avengers 274 (Speciale Vendicatori 2 della Star comics).
[2] E Zemo non sa nemmeno che Parnell Jacobs è attualmente, col nome di Warwear ed una diversa armatura, membro della società di Eroi a pagamento chiamata Justice Inc.
[3] Avengers Annual #) (Star Magazine Oro #3).
[4] In Avengers #23/24 (Thor, Corno, #33/34).
[5]Sappiamo che il termine è forse inadeguato per descrivere Lockjaw, ma non ne abbiamo di migliori. -_^
[6] Che significa “Morsa” -_^
[7] L’identità mortale in cui si è ritrasformato Bloodaxe alla fine di Vendicatori 74, ovviamente.
[8] Che, invece, è l’identità mortale di Thunderstrike. -_^
[9] Beh… non è andata esattamente così, ma ditelo voi a Hyde. -_^
[10] Ci abbiamo messo praticamente tutti i Vendicatori disponibili, credevate davvero che avremmo lasciato fuori lui? -_^
[11] Come visto e come vedremo in passati e futuri episodi di Thor scritti dall’infaticabile editor di questa serie, grazie al cui permesso possiamo usare il dio del Tuono in questa storia. -_^
[12] Non è certo questo il momento di ricordare all’Uomo Ragno che il Palazzo dei Vendicatori è stato distrutto e ricostruito più volte e che, per quanto molto simile all’originale, quella in cui si sta aggirando è, di fatto, la terza versione. -_^
[13] Tutta roba che sapreste se vi foste presi la briga di leggere le serie dedicate all’Arrampicamuri.